Festival dell’Oriente, la mia esperienza

by Albore Simone Marino

Come vi ho anticipato qualche giorno fa, ho partecipato alla conferenza stampa di presentazione del Festival dell’Oriente a Milano.
L’evento meneghino si è tenuto dal 1 al 3 Febbraio ed ha riscontrato notevole successo non solo dalle persone provenienti da Milano o zona limitrofa, ma anche da altre parti del Nord Italia e non solo.

La cosa che mi ha colpito più di tutte sono stati gli innumerevoli show che venivano presentati sui 4 palchi allestiti all’interno della zona fieristica. Era un susseguirsi di show di ogni tipo, dalla danza, illusionismo, arti marziali e anche musica.
Gli show erano tutti in contemporanea sui 4 palchi, quindi bisognava per forza fare una scelta, ma per fortuna alcune performance si ripetevano più volte nella giornata e comunque si ripetevano tutte per l’intera durata del Festival dell’Oriente.

Spettacoli

Tra le innumerevoli esibizioni che si sono susseguite sui palchi del Festival dell’Oriente, ho apprezzato moltissimo questi, molto differenti tra loro per genere (musica, danza) e Paese.
Ogni spettacolo mi ha permesso di conoscere usi e costumi di Paesi dalla cultura completamente diversa dalla nostra, ho conosciuto danze, strumenti e musiche che non avrei mai avuto modo di apprezzare, qui li riporto puramente in ordine alfabetico.

Bhangra dance

Il Bhangra è una forma di musica e danza che ha origine nella regione del Punjab del Pakistan e dell’India, ballata dagli agricoltori per festeggiare l’arrivo della primavera.
Il gruppo Bhangra Boys ‘n Girls, composto sia da uomini che da donne, propone una combinazione di tradizione e modernità, al ritmo di coinvolgenti musiche indiane e coreografie ricche di energia, sincronia, colori e molto divertimento.
Musica e danze molto divertenti e coinvolgenti!

Bollywood dance

Una danza che nasce in India in quella che viene chiamata Bollywood, un ballo che unisce la danza tradizionale indiana ad elementi di jazz, hip hop e flamenco, movenze orientali e passi moderni che sfociano in una coreografia allegra e colorata.
Questo gruppo, come i Bhangra Boys ‘n Girls, è secondo me tra i più coinvolgenti, allegri e divertenti di tutto il festival.

Danza Tannura

Questa danza prende il nome dal particolare indumento indossato dai danzatori, la Tannura, ossia la gonna, che rappresenta il rituale dei dervisci “volteggianti”.
Questo ballerino di Tannura è inserito nel Guinness World Record per aver roteato ininterrottamente per 60 minuti.

Danza tradizionale Corea del Sud

Danza tradizionale Corea del Sud

Danza tradizionale Corea del Sud

Proposta da un gruppo di talentuose danzatrici Coreane ed articolata in varie coreografie, che simboleggiano fiori, femminilità e bellezza, eseguite in abiti tradizionali e con il supporto di elementi coreografici come ventagli o il tamburello Sogo.
A dir poco eleganti e dai movimenti leggiadri, questo è il gruppo ufficiale di danza Coreana, l’unico che può vantare il riconoscimento dallo Stato.

Lion dance

Lion dance

Lion dance

La danza del leone, lo spettacolo della tradizione cinese, con due leoni che danzano ed eseguono la difficili coreografie sospesi sui pali a quasi 2 metri di altezza.
Eseguita da un team totalmente italiano che può vantare innumerevoli riconoscimenti di categoria a livello internazionale.

Duo Nichirinka (Taiko e Koto Giapponesi)

Una collaborazione di strumenti tradizionali giapponesi, tra il ritmo dei tamburi giapponesi di Takuya Taniguchi e la delicata e aggraziata melodia del Koto di Aki Sato.
Una performance di composizioni originali contemporanee accoppiate a brani classici.

Khukh Mongol (Musica e danze dalla Mongolia)

Eccellenti rappresentanti della musica e del folklore della Mongolia, il gruppo “Khukh Mongol” propone un vasto repertorio di musica strumentale tradizionale, canti e danze, in particolare il classico Khoomii.
Le performance si svolgono con il supporto degli strumenti musicali tipici, come il Morin Huur (il classico mandolino Mongolo) o il Guzheng (strumento a corde su supporto rialzato).
Questo gruppo è anche autore della sigla della serie “Marco Polo” in onda su Netflix.

Kiki

Al Festival dell’Oriente tornano le incantevoli melodie dello Shamisen, uno degli strumenti più rappresentativi e importanti della musica tradizionale giapponese.
Per la prima volta, direttamente dal Giappone, il duo Kiki (composto da Kanami Takeda e Hikari Shirafuji), che hanno ottenuto riconoscimenti in tutto il Giappone.
Le Kiki hanno regalato, in una veste del tutto originale e particolare, il brano “Nel blu dipinto di blu” (noto come “Volare”) e pochi secondi di “Smoke on the water”.
Che dire, il suono dello Shamisen è particolare e molto diverso da tutti gli altri strumenti a corda, questo lo rende anche affascinante.

Kung Fu tea

Kung Fu tea

Kung Fu tea

Arte tradizionale Cinese, combina due delle rappresentazioni tipiche della cultura di questo paese: il Kung Fu e la cerimonia del tè Gongfu Cha. Il maestro Jin Gang Xiaoshi propone una esibizione molto particolare, con l’ausilio della classica teiera dalla bocca lunga ed accompagnando il tutto con la maestria e l’eleganza delle mosse di Kung Fu.
Un vero e proprio giocoliere, esibizione affascinante e incantevole.

Taiko Lab (Il concerto di tamburi giapponesi)

Il Taiko veniva usato durante le battaglie per intimidire i nemici e per inviare comandi, ai giorni nostri viene usato nella musica religiosa del buddismo e dello shintoismo. Per la prima volta al Festival dell’Oriente vi era la prestigiosa scuola Taiko Center di Tokyo ed Osaka.
Molto bello ed interessante, ma 40 minuti era veramente troppo per le orecchie!

Show cooking

Cucina Ayurvedica
Presentazione del Kichadi, il cuore del metodo nutritivo e curativo ayurvedico, a base di riso, legumi e verdure, ma la vera ricchezza sta nelle spezie, accostate secondo le loro proprietà nutritive, mai a caso.
L’ayurveda insegna che ogni individuo può guarire se stesso, seguendo una dieta equilibrata e una stabile e salutare routine.

Il piatto presentato da un medico ayurvedico indiano, era riso basmati con lenticchie spezzate, curcuma e verdure.
Profumo celestiale, la pietanza era speziata al punto giusto e si sentivano le note date dalle foglie di curry, poi arrivava l’aroma agrumato dato dalle foglie di bergamotto. Un piatto eccezionale, semplice e gustoso, tanto che ho fatto il bis!

Cucina ayurvedica

Cucina ayurvedica

L’ora del Thè fumante
Un vero e proprio viaggio tra i profumi, i colori e le usanze del Tè.
Il Tè si produce utilizzando le foglie della Camellia Sinensis, che in base alla lavorazione, permette di selezionare 6 tipologie in base alla colorazione della bevanda (bianco, giallo, verde, oolong, rosso e nero).
Queste si suddividono a loro volta in macro-categorie (fermentati o ossidati) ad eccezione del Tè Verde che non è fermentato ne ossidato.
Vengono anche fatte notare le differenze tra l’infusione orientale e quella inglese:
Infusione orientale: Si inseriscono direttamente nel filtro di una piccola teiera molte foglie e versato sopra acqua bollente e l’infusione dura pochi secondi. Il metodo non è monouso perché permette di versare acqua  bollente anche 4/5 volte, dipende dalla tipologia di Tè.
Infusione inglese: La teiera è più grande e si utilizza molta acqua e poche foglie, che vengono immerse attraverso il filtro. L’infusione è più lunga (anche 5 minuti o più) ed è un metodo monouso.

Cucina Giapponese
Per questo show cooking devo ringraziare la mia amica Sara che era molto interessata a seguirlo, io l’ho solo accompagnata e mi si è aperto un mondo nuovo!

La cucina giapponese è stata presentata da una coppia formata da madre e figlia che ormai vivono in Italia da moltissimi anni. Erano molto simpatiche, molto alla mano e gentili, inoltre molto rispettose con il cibo.
Per lo show cooking hanno preparato l’Ehomaki, una pietanza che si usa mangiare nel periodo in cui si celebra il Capodanno Cinese.

Il Mamemaki, è la festa che celebra il passaggio da un stagione all’altra, è associato al Capodanno lunare.
Tradizionalmente vengono eseguiti dei riti per purificare il male e scacciare gli spiriti malvagi dall’anno nuovo.
Un rito è quello di mangiare uno speciale rotolo di sushi chiamato Ehomaki (il Maki – rotolo – della “direzione fortunata”) stando rivolti nella direzione geografica che si crede propizia per quell’anno (2019 ENE) e mangiandolo in completo silenzio.
L’Ehomaki è costituito da 7 ingredienti diversi che servono a propiziare le sette divinità della fortuna, la tradizione vuole che si debba mangiarlo interamente senza tagliarlo in pezzi, ma è al quanto impossibile.

Ehomaki

Ehomaki (Photo credit: Sara Ottavia Carolei)

Cucina Thailandese
La cucina Thailandese, è probabilmente la cucina straniera che più adoro, è nota per il bilanciamento in ogni piatto o nel pasto in generale, dei 4 sapori fondamentali (aspro, dolce, salato e amaro).

La coppia che si è esibita davanti ai fornelli ha preparato riso con Tofu, curry, latte di cocco e verdure.
Piatto a dir poco favoloso, la polvere di curry dosata al punto giusto, le verdure croccanti e un retro gusto non eccessivamente dolce dato dal latte di cocco.

Piatto Thai

Piatto Thai

Convegni

Molto interessante anche la parte dei convegni, che venivano allestiti tutti i giorni nelle due sale conferenze dalle 12 alle 21, peccato che le sale adibite non fossero insonorizzate, pertanto in alcuni momenti della giornata bisognava “combattere” con il rumore frastornante dei tamburi giapponesi. Altra nota dolente la mancanza dei proiettori e dei microfoni, quest’ultimi soprattutto erano fondamentali per la problematica detta prima.

Nell’arco dell’intero festival, ho assistito a 4 conferenze, totalmente diverse tra loro ma tutte molto interessanti.

Kung Fu

Kung Fu

La prima è stata la presentazione del libro “La Scienza delle Arti Marziali” di Basso De Gregorio, Maestro di Kung Fu tradizionale ed Ingegnere.
L’autore, figlio di un Maestro di Kung Fu, spiegava come è nata l’idea di questo libro, che non si tratta di un puro manuale, ma di una guida sull’arte marziale con spiegazioni scientifiche, ad esempio, vengono fatte alcune analisi su quale tecnica sia più potente o quale più efficace.
Questo libro è infatti molto diverso dai tradizionali manuali o guide su questa disciplina, perché Basso ha fatto un buonissimo lavoro facendo un match tra la sua passione, il Kung Fu, ed il suo lavoro da Ingegnere.

Drammaterapia

Drammaterapia (Photo credit: Hu WenWen)

La seconda conferenza riguardava la Drammaterapia Individuale, che non è assolutamente una cosa triste, ma ben sì una terapia teatrale, devo ringraziare la mia amica Sara che ho accompagnato a questo incontro, gestito da Laura Mercadante, Drammaterapeuta professionista.
Si tratta di una disciplina creativa che usa tecniche e strumenti teatrali per aiutare le persone a capire meglio i propri pensieri, emozioni e comportamento. Si utilizzano giochi, oggetti vari e soprattutto improvvisazione, serve per rafforzare l’autostima, la consapevolezza corporea, scogliere blocchi emotivi, gestire le emozioni in modo positivo, sviluppare capacità relazionali e anche il potenziale artistico e creativo, si applica soprattutto per superare stati d’ansia, paure ed insicurezze.
con questo incontro ho conosciuto uno strumento che può aiutare migliaia di persone a superare le loro paure o insicurezze attraverso piccoli oggetti, sprigionando l’attore nascosto in noi e tirare fuori ciò che si ha dentro.

Fiori di Bach

Fiori di Bach

Rimanendo in tema di problemi di stati d’animo e rimedi naturali per curarli, la terza conferenza alla quale ho assistito, illustrava il mondo dei Fiori di Bach.
Un incontro a cura di Barbara De Carli, Consulente Bach certificato, che presentava non solo la storia del Dott. Edward Bach ma anche il metodo in cui vengono preparati i 38 Rimedi e come utilizzarli.
Ogni rimedio è a base di piante e fiori che corrispondono ad uno stato d’animo, si possono prendere singolarmente o anche in combinazioni, esiste anche una combinazione di “emergenza” che racchiude 5 rimedi, molto utile in caso di ansie, paure, stress o tensioni.
I 38 Rimedi con i Fiori di Bach non hanno assolutamente controindicazioni e sono naturali, possono essere usati da lattanti, persone adulte e anche animali.

Mal di testa

Mal di testa

L’ultima conferenza riguardava il mal di testa.
Beatrice Moricoli, fondatrice dell’Accademia Internazionale Riflessologia Facciale Italiana ed ideatrice del metodo Dien Chan Zone, illustrava i modi per gestirli e curarli con il semplice uso delle nostre mani sul viso.
Il viso incredibilmente, rappresenta l’intero corpo, infatti ogni zona corrisponde ad un organo interno, muscolatura, arto ecc.
Il principio si basa sulle mappature sul viso inerenti all’organo che si trova in difficoltà, questa parte o parti vanno massaggiate, senza pressione eccessiva, con movimenti verticali, orizzontali e circolari, utilizzando semplicemente olio d’oliva, i polpastrelli delle dita o le nocche oppure oggetti dalla punta arrotondata.
E’ un metodo che ha avuto origine in Vietnam ed è stato riadattato al mondo occidentale.
Se si ha mal di testa quindi bisogna massaggiare la parte del viso che va dal centro della fronte al centro delle sopracciglia, per dolori cervicali lo spazio tra le sopracciglia.
Ad esempio se si soffre di emicrania bisogna agire sull’apparato digerente, il mal di testa da stanchezza si deve agire sui reni.

E’ stato molto interessante seguire questa conferenza, perché Beatrice spiegava molto bene e ci faceva sperimentare proprio l’efficacia del metodo, che serve anche per alleviare in modo assolutamente naturale anche i dolori in altre parti del corpo, tutto attraverso dei semplici massaggi in alcune parti del viso.

In conclusione, per essere stato il mio primo Festival dell’Oriente, devo ammettere di averlo trovato molto interessante e variegato, se volete assistere anche voi a questo straordinario evento, non vi resta che seguire le prossime date nelle altre città italiane.

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