Milano, una domenica al museo

by Albore Simone Marino

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, tra i musei più famosi d’Italia e d’Europa, è il museo tecnico-scientifico più ampio d’Italia e tra i maggiori d’Europa.

La struttura museale nasce nel 1953 dall’idea di Guido Ucelli, è suddiviso in 3 padiglioni e uno spazio aperto, il padiglione principale è lo storico edificio del museo situato in Via San Vittore, in quello che un tempo era il Convento Benedettino del 1500 costruito per ospitare i monaci dell’ordine degli Olivetani.

Chiostro Museo scienza e tecnologia Milano DSC 0128Il Museo della Scienza e della Tecnologia ha una collezione iniziata negli anni ’30, di oltre 15.000 oggetti (tra cui strumenti scientifici, modelli e documenti) che testimoniano l’evoluzione tecnica, scientifica ed industriale dell’Italia del XIX secolo.

Padiglione M – livello 1

Il padiglione “M” è disposto su 3 livelli, il primo livello è quello dell’ingresso, dove si può già notare la Centrale Termoelettrica Regina Margherita (1895), che fu utilizzata per azionare i circa 1800 telai e per l’illuminazione un setificio della Brianza.

Centrale termoelettrica - Museo scienza tecnologia Milano 05093 01E’ presente una sezione dedicata alla storia per riuscire a dimostrare l’esistenza delle particelle elementari, inoltre si può vedere una sezione del CERN di Ginevra e un video che ne spiega la funzione.

Modello CERN

Modello CERN

Padiglione M – livello 2
Modelli di Leonardo Da Vinci

Alcuni modelli realizzati dai disegni di Leonardo Da Vinci

Al livello M2 vi è la collezione dei modelli realizzati sui disegni prodotti da Leonardo Da Vinci, tali ricostruzioni sono state realizzate nel corso degli anni da architetti ed ingegneri che hanno interpretato e messo in pratica gli spunti del celebre inventore toscano. Attraverso i modelli, si può vedere come Leonardo Da Vinci fosse un “futurista”, molte delle sue idee infatti sono state realizzate molti secoli dopo. La collezione di modelli leonardeschi del Museo, creata dal 1952, è la più importante al mondo e costituita da oltre 130 esemplari.

 

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Sempre all’ultimo piano dell’edificio vi è una grande sezione dedicata allo spazio e le telecomunicazioni, accedendo al piano si rimane colpiti da un enorme telescopio astronomico e alcuni esempi di mappamondo, fino ad arrivare all’era moderna con satelliti e razzi, senza dimenticare le varie missioni spaziali.
La zona delle telecomunicazioni raccoglie tutta l’evoluzione dal telegrafo ai moderni smartphone e ci si può cimentare inviando e ricevendo messaggi in codice Morse.

Padiglione M – livello 0

Dedicato alla storia industriale italiana e processi dei materiali industriali, vi si trovano intere aree dedicate  all’acciaio, alluminio, rame, gomma, plastica e carta.

 

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Alcune zone dell’area sono state ricostruite, ad esempio un vecchio mulino e una industria siderurgica e sono state ricreate le condizioni di lavoro e i processi di lavorazione. Una delle chicche e oggetto piuttosto raro, è il Forno Stassano (1910), che grazie alla trasformazione di energia elettrica in termica e il calore sprigionato fonde il materiale presente all’interno di esso.

Un’altra cosa curiosa è il Continuus Properzi (1948) che ha stravolto l’industria, si tratta di un sistema capace di produrre chili di filo a partire dal metallo fuso in pochi minuti, una idea rivoluzionaria per l’epoca, in quanto la lavorazione prevedeva diverse fasi.

Giulio Natta.png

Una cosa interessante è il bancone di Giulio Natta, il chimico che inventò il polipropilene che gli permise di vincere il Nobel nel 1963. L’intera area dedicata alla base della plastica, presenta gli infiniti usi del materiale e la sua composizione, poco distante vi è anche una sezione dedicata alla sostenibilità e i danni provocati dall’uomo.

Area F

 

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All’esterno si trova il padiglione ferroviario un paradiso per i bambini, dove sono esposte molte locomotive e in un paio di esse è possibile salirvi. Tra le tante vi è la Locomotiva GR 552 036 (1900) utilizzata sulle tratte più importanti d’Italia per la sua affidabilità e velocità. Oltre agli esemplari di locomotive, sono presenti anche sistemi di segnalamento.

Area E

Situata sempre all’esterno, quest’area raccoglie il Sottomarino S506 Enrico Toti e il lanciatore Vega.

 

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Il Sottomarino Enrico Toti (1967) è stato donato al museo dalla Marina Militare Italiana dopo che nel 1999 terminò il servizio. Il viaggio per portarlo al museo iniziò nel 2001 dal porto di Augusta, navigò fino a Cremona dove stazionò fino al 2005, qui venne poi diviso e trasportato nel capoluogo Lombardo senza non poche difficoltà, un’impresa epica e la notizia è stata riportata sui giornali e telegiornali dell’epoca.
Lungo 46 metri, è stato il primo sottomarino realizzato in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale e serviva per pattugliare il Mediterraneo destinato a distruggere altri sottomarini, ha partecipato a moltissime missioni operative ed esercitazioni.

Il suo armamento era composto da 4 tubi lanciasiluri a prua e 4 siluri di riserva, il suo equipaggio era formato da 4 ufficiali, 22 sottoufficiali e marinai.

 

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Il lanciatore Vega (2012) invece è arrivato al museo da qualche giorno ed è in fase di allestimento, misura circa 30 metri di altezza e serviva per portare in orbita i satelliti.

Padiglione A – livello 0

Sicuramente il pezzo forte del padiglione è il brigantino-goletta Nave Scuola Ebe (1921) nave a vela a due alberi per i nocchieri. Varata con il nome di San Giorgio, era utilizzata per il trasporto merci nel Mediterraneo. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne acquisita dalla Marina Militare e nel 1958 fu sostituita dalla Nave Scuola Palinuro.

Nave Scuola Ebe

Nave Scuola Ebe

Lungo il perimetro del padiglione, si trovano alcune teche che contengono diversi modelli di navi ed appesi alle pareti vi sono diverse opere che riguardano il tema navale.

Catamarano "Luna Rossa" AC72

Catamarano “Luna Rossa” AC72

Un altro fiore all’occhiello del padiglione è senza dubbio il catamarano di “Luna Rossa” AC72, finalista delle regate di selezione degli sfidanti della 34^ America’s Cup del 2013. Si trova “appeso” a 5 metri di altezza, una scelta fatta per mostrare al pubblico ogni dettaglio dello scafo, dal livello 1 lo si possono ammirare dall’alto altri dettagli.

Padiglione A – livello 1

Salendo al livello 1, si raggiunge l’area dedicata all’aviazione, sono presenti infatti diversi esemplari di aerei di diverse epoche tra i quali il Macchi MC 205 V (1943), il più importante e famoso caccia italiano della Seconda Guerra Mondiale. In mostra, lungo il perimetro, si possono ammirare diversi esemplari di motori aerei che ripercorrono l’evoluzione da fine anni del ‘800.

Velivolo Macchi MC 205 V

Velivolo Macchi MC 205 V

Presente su questo piano anche il deltaplano Stratos con il quale Angelo D’Arrigo nel 2005 è riuscito a sorvolare l’Everest per la prima volta.

Laboratori ed interazione

In tutto il museo, adulti e bambini possono cimentarsi in alcune prove educative, molte delle quali interattive. Un esempio lo si trova nella zona dedicata all’alluminio. Le prove permettono di capire la differenza di peso tra acciaio ed alluminio, la prima sezione consiste in due cilindri di plexiglas ognuno dei quali al suo interno ha una molla e un pezzo di metallo (apparentemente identici) da “lanciare”, logicamente i due metalli sono differenti e bisogna capire quale dei due è di alluminio e quale di acciaio. La seconda sezione consiste in due lastre apparentemente uguali da sollevare, qui effettivamente la differenza tra i due metalli la si nota enormemente.

Le prove interattive più interessanti e più affollate dai bambini erano nella sezione dedicata allo spazio, si poteva creare il proprio pianeta Marte o Luna, assemblare una navicella spaziale, esplorare la Sonda Spaziale Internazionale ecc…

Le esperienze nei laboratori interattivi (i.lab) hanno l’obiettivo è aiutare i visitatori a utilizzare le proprie conoscenze e capacità per interpretare gli oggetti e i fenomeni ed essere protagonisti nei processi dell’apprendimento, in un percorso di scoperta, esperienza, emozione e comprensione.

La “Donnina di Milano”

La “Donnina di Milano” è un’opera, per lo più sconosciuta ai milanesi, che ha avuto molte vicissitudini nel corso degli anni.

Si tatta di una statua di circa 2.30 metri che rappresenta una figura femminile con braccia protese in avanti, l’opera è stata realizzata in pietra calcarea da Marino Marini, professore dell’Accademia di Brera, negli anni ’30 con il titolo di “Piccolo angelo”.

Statua de "La Donnina di Milano"

Statua de “La Donnina di Milano”

Se ne perse traccia per diversi decenni quando per puro caso nel 1952 il fotografo Mario De Biasi, che stava realizzando un servizio sula crescita e cambiamento della città dal dopo guerra, la scorse abbandonata, in un deposito di macerie sul Monte Stella, nei pressi del quartiere QT8. Il fotografo ne documentò per anni la storia e ribattezzò l’opera “La Donnina di Milano” e divenne il soggetto di un libro fotografico, fu allora che la moglie dell’artista riconobbe l’opera.

Per altri anni se ne perse traccia fino a quando nel 2014 la conservatrice del Museo del ‘900, Danka Giacon, la identifica in un deposito comunale, ridotta in pezzi. Da all’ora è iniziata la dura fase di recupero e restauro, il pubblico può ammirarne l’intera bellezza da un vertro.

Curiosità al Museo della Scienza e Tecnologia

  • Si possono vedere anche 3 esemplari di auto, tra le quali uno dei 195 esemplari di Alfa Romeo 8C 2300 (1932).
  • Una cosa curiosa è l’Astrario di Giovanni Dondi (XIV sec. – ricostruzione 1963), un orologio planetario che è in grado di determinare la posizione del Sole, Luna e dei pianeti.
  • E’ presente nella sezione dedicata allo spazio, un frammento di Luna raccolto dagli astronauti della missione Apollo 17 nel 1972 regalata dal Presidente Nixon alla Presidenza della Repubblica Italiana e consegnata al museo per custodirlo.
  • Si trova lo studio storico dell’emittente radiofonica Radio 105 Network.
  • E’ possibile vedere una sezione dell’imponente Transatlantico Conte Biancamano (1925), si composto da 3 piani per che comprendono la plancia, alcune cabine di prima classe e il Salone delle Feste.
Alfa Romeo 8C 2300

Alfa Romeo 8C 2300

Passare una giornata al Museo della Scienza e della Tecnologia è molto interessante e arricchisce culturalmente, si scoprono moltissime cose che spesso diamo per scontate ma che in realtà non conosciamo a fondo.
Si ringrazia il servizio stampa del Museo della Scienza e della Tecnologia per il materiale informativo e per l’ingresso omaggio.


Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
Via San Vittore, 21
20123 Milano

Prezzi
Intero: €10,00
Ridotto: €7,50
Sottomarino Enrico Toti: €10 (*con prenotazione) – €8 (senza prenotazione)

Orari Apertura
Da Martedi’ a Venerdi’: 9.30 – 17.00
Sabato e festivi: 9.30 – 18.30
Apertura speciale
1 Gennaio: 14.00 – 18.30

Chiusure
Lunedì non festivi
24 e 25 Dicembre+

* previsto un accredito di €2 per la prevendita

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