Il genio di Leonardo e Milano

by Albore Simone Marino

Leonardo Da Vinci probabilmente è l’Italiano più conosciuto al mondo, non voglio raccontare chi era e le sue innumerevoli opere, ma voglio far scoprire il rapporto che aveva con la Lombardia e Milano, dove trascorse gran parte della sua vita.

Ci arrivò per la prima volta quando aveva 30 anni, scelto da Ludovico il Moro in qualità di ingegnere per la costruzione di baluardi difensivi e macchine belliche.

Nei suoi oltre 20 anni di soggiorno milanese, l’artista fiorentino realizzò innumerevoli opere artistiche ed architettoniche.
Tra le opere architettoniche più famose in città ci sono le chiuse dei Navigli, che servivano a regolare il dislivello e ancora oggi in funzione.

I Navigli, le porte vinciane

I Navigli di Milano sono canali artificiali costruiti a partire dal 1179 con lo scopo di rendere Milano accessibile dai fiumi Ticino e Adda,  rotte di passaggio non solo per il commercio verso Milano ma anche per il trasporto del Marmo di Candoglia usato per la costruzione della Cattedrale di Milano.

Navigli di Milano Naviglio Grande02Ludovico il Moro chiese a Leonardo di studiare un sistema che rendesse possibile la navigazione tra il Lago di Como e Milano. Leonardo realizzò un sistema di dighe che serviva a risolvere il problema della differenza di altezza, rendendo il territorio navigabile, le cosiddette porte vinciane.
Molti dei suoi studi e disegni sono presenti in gran parte nel Codice Atlantico, il più corposo dei codici leonardeschi, custodito nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana.

Conca dell'incoronataDa quel momento i Navigli furono caratterizzati da un continuo sviluppo, dato dalla costruzione di nuovi canali e dighe, diventando un importante mezzo di comunicazione per la città di Milano.

Il sistema delle porte vinciane (dette anche “chiuse”), è utilizzato tutt’oggi nei canali di tutto il mondo per risolvere il problema del dislivello dell’acqua.

Il Cenacolo Vinciano

Uno dei capolavori di Leonardo più conosciuti al mondo che si trova a Milano è il “Cenacolo“.

 

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La maestosa opera è affrescata su una superficie di circa 40 Mq (8,80 m di lunghezza per 4,60 m di altezza), conservata nell’ex-refettorio del convento adiacente alla Basilica di Santa Maria delle Grazie.

Ludovico il Moro, l’allora duca di Milano, decise di far decorare i lati minori del refettorio del convento, con rappresentazioni tradizionali della Crocifissione e dell’Ultima Cena.

 

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L’incarico fu assegnato a Donato Montorfano che dipinse la Crocefissione e Leonardo Da Vinci che si occupò sul lato opposto del Cenacolo, nel quale riversò tutte le conoscenze assimilate nel corso di quegli anni.
Benché Leonardo non amasse la tecnica dell’affresco, decise di dipingere a muro come se dipingesse su tavola, sperimentando un metodo che gli consentiva di intervenire sull’intonaco asciutto, ben presto purtroppo le sue intuizioni si rivelarono sbagliate.


L’ingresso per visitare il Cenacolo Leonardesco è a numero chiuso pertanto la lista di attesa potrebbe essere lunga diversi mesi, l’Ente ufficiale per le prenotazioni è il Polo Museale Regionale della Lombardia, il quale ha dato mandato per le prenotazioni online a Vivaticket.


Bramante e Leonardo

Un piccolo chiostro separa la Basilica di Santa Maria delle Grazie dalla Sacrestia del Bramante. un’altro luogo molto amato da Ludovico il Moro, tanto che utilizzava un passaggio segreto che lo collegava al Castello Sforzesco.

 

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Al suo interno si trovano arredi lignei finemente intagliati e finemente dipinti, vere opere d’arte, vi si trovano anche importanti affreschi. Alzando gli occhi al soffitto si rimane incantati dall’importante opera a “cielo stellato” che l’artista ha voluto ricreare.

 

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Il Bramante realizzò le opere nello stesso periodo in cui Leonardo da Vinci lavorava al Cenacolo, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. Sembrerebbe infatti che il Bramante sia stato influenzato artisticamente da Leonardo Da Vinci e non bisognerebbe stupirsi se tra qualche tempo si scoprisse che anch’esso lavorò ad alcune opere della sacrestia.


Presso la Sacrestia del Bramante, il 1° e 3° Sabato di ogni mese 2 volte al giorno (mattina e pomeriggio) è possibile fare un tour accompagnati dai frati.


Casa degli Atellani e la vigna di Leonardo

La Casa degli Atellani è una magnifica dimora rinascimentale (fine 1400) situata di fronte alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

 

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Questo palazzo storico, seppur modificato nel corso dei secoli, è l’unico edificio in Corso Magenta che conserva ancora intatto il suo aspetto rinascimentale. Per questo motivo sono ancora visibili numerosi affreschi come quelli nella Sala dello Zodiaco, che presenta anche splendidi pavimenti a mosaico ornati con pianeti e segni zodiacali.

 

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La casa degli Atellani fino al 1919 era in realtà composta da due case, che nel 1490 Ludovico il Moro regalò al suo cavaliere e intimo scudiero, Signor Giacometto di Lucia dell’Atella (Atellani o della Tela), una famiglia di diplomatici e cortigiani di origine Lucana.

Nel 1823 vi fu una radicale ristrutturazione delle facciate in stile neoclassico, grazie alla quale le case degli Atellani fanno la loro prima comparsa nelle guide turistiche milanesi.

 

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Nel 1919 le due case vennero acquistate dall’ingegnere e senatore Ettore Conti per farne la propria abitazione ed affida al genero architetto Piero Portaluppi l’incarico del progetto. Portaluppi trasforma le due case in una sola dimora, abbattendo le mura che separano le corti preesistenti e creando un unico ingresso. Durante la ristrutturazione vengono scoperti affreschi e reperti che raccontano i 5 secoli di vita dell’edificio. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Portaluppi curò i restauri e un’ulteriore trasformazione, necessari dopo i bombardamenti del 1943.

 

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Una storia dimenticata collega Leonardo da Vinci alla città di Milano: la storia di un vigneto, che Ludovico il Moro, duca di Milano, diede a Leonardo nel 1498. La vigna ha ispirato leggende che coinvolgono Leonardo, le sue opere e i suoi seguaci.

Il vigneto è stato finalmente riportato in vita, le sue file e le viti originali sono state ricreate. Il vigneto di Leonardo da Vinci era in mezzo ai campi alla base del giardino attualmente appartenente a Casa degli Atellani, all’epoca l’area apparteneva al grande vigneto di San Vittore.

 

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Nel Codice Atlantico si trovano annotazioni di un terreno di dimensioni di circa un ettaro, alcune di queste sono accompagnate da riferimenti sui confini della vigna.

Grazie ad Expo 2015, la Fondazione Portaluppi e i proprietari hanno deciso di ripiantare lo storico vigneto identificando il vitigno di appartenenza, attraverso analisi del DNA dei resti vegetali presenti nella zona.


La visita include un tour di 7 tappe assistito da audioguide in 10 lingue (oltre al Milanese) e pannelli esplicativi.
Ingresso: €10
Con biglietto Trenord prezzo ridotto €8

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